Ma ho ancora la corazza addosso e le spalle sono pesanti.
Segni e ferite, come previsto, e una stanchezza ancor più pesante dello scudo.
Ci vorrà un po’ per dimenticare, o meglio per chiudere a chiave, le parole affilate e appuntite create per scavare a fondo.
E gli sguardi, senza rispetto, senza freno, come una piallatrice che avanza a occhi chiusi.
Ecco quello che ho sentito e che rimarrà dentro per sempre, come tutto il resto, come anni e giorni da sigillare.
Si richiude a chiave, ma per non riaprire questa volta.