La lentezza del raffreddore mi fa levitare sospesa tra un caffè e l’altro.
Aspetto il gorgoglio come un tic tac che scandisce il tempo dilatato dei sensi un po’ annebbiati.
Piove. Non c’è novità: preferisco guardare le goccioline sul filo rosso in terrazza e poi perdermi tra le cose fatte e disfatte.
Tanto, oggi non avrei fatto null’altro, mi dico.
Niente teatro, niente danza, niente biblioteca, niente programmi inutili nè shopping funesto.
Scusa medica per la nullafacenza cioè.
Aspetto il Figlio Unico con le arance.. e non ti scordare la limetta, gli ho detto.
I sensi rispondono bene alla musica, ne approfitto per riordinare i pensieri smangiucchiati
e contare le bricioline.
Fino al prossimo caffè.
Nullafacente hai fatto un commento bellino ad una certa Rapida che ha nullafatto del suo post.
Mi pareva inutile quel che ho scritto, una poesiola davanti a tragedie così grandi.
Ecco, mi sono scusata ed ho ingrassato il cestino.
Baci, oscillococcinum, vitamine, propoli e propolinati qualcosa di buono, stasera.
prendiamola alla partenopea:
evvabbuò!
😉
e stasera torta salata scongelata che risale a cena meravigliosa (ché il brodino prorio no!).
l’oscillococcinum, si
voto anch’io l’oscillococcinum
😉
riprenditi
Bene..oscillococinum a rapporto signori: fatto ottimo lavoro.
E cmq le arance hanno prestato aiuto abbundànt.
oggi sto bién e vado a Lucca..
🙂
baci!
…hai tolto la limetta prima?
Ingoiata a pié pari!
😉