Percorrendo, andando,
non lasciando, ma soprassedendo.
Sono, sei, siamo.
Non è scorrevole, né immediato il sentire comune,
siamo immersi nella stessa aria rarefatta.
Il torbido me lo porto dentro, lo trascino,
come farei a sentirmi viva altrimenti?
Mi piace punzecchiarmi,
osservarmi all’opera,
stare a guardarmi,
capire.
Se quel che osservo divenisse tangibile mi ritroverei in un universo di gesti e intenzioni mancate.
E’ davvero così stupefacente per me avere prova di quel che gli altri non dicono, del ronzio sopra le loro teste, di quel motore che non si ferma mai.
E del lavorìo ininterrotto tra le pause.
Io interpreto, do un nome, giustifico, rendo plausibile per non perdermi di nuovo.
I silenzi valgono, non hanno un nome, ma sono veri, significano.
Più delle parole.
sinuosa e ondeggiante. Vedo questo fiume di parole salire a vortice, fino sopra le teste e poi mettersi a ronzare.
Concordo sul silenzio.
eh aureolina, ci vuole arte anche per quelli.
C’è chi non sa “fare” silenzio, mai.
@pani
mi piace la tua visione, potresti pensare ad una nuova narrazione, mi piacerebbe leggerla.
Trovo interessente il passaggio di sensazioni da una mente ad un’altra..
@Michela
Vero. Giusto oggi ne ho avuto prova sulla spiaggia..
potrei provarci…ma settembre non è il mese migliore. Intanto accumulo parole e le faccio ronzare nella testa.
Ció che certi silenzi riescono a dire, lo sanno solo coloro che conoscono il senso dell’armonia del sentire davvero.
Ben ritrovata Aureolina.
@ pani
mi spiace che settembre non sia il mese migliore per scrivere, a me piace tanto, i colori, l’aria, il senso di sollievo per un’estate finalmente alle spalle..
mi sento più creativa a settembre, ma aspetto volentieri il risultato dei tuoi ronzii, ne vale la pena.
🙂
@ste
🙂 ahhh, ti ho scritto una mail!