Non mi avevano avvertito,
non me l’avevano detto.
L’ho scoperto via via.
L’irruenza ha lasciato il posto alla pacata riflessione,
a volte assomiglia alla rassegnazione,
a volte sfiora uno stato di saggezza quasi contemplativa.
Mi guardo da vicino e mi dico che non sono io, che non mi riconosco.
Che non mi conosco.
Sto solo giocando, con il tempo e con le cose.
Capisco che tutto passa, ma in che modo?
I miei occhi diventano sempre più grandi,
vedono meno,
eppure proprio per questo, di più.
Quanto tempo ho perso,
e amori lasciati indietro,
passioni svuotate,
aspettative accantonate.
Forse sono solo in attesa di vestire panni più larghi,
più adatti a me.
Allora sono in transizione..
..mutazione?
sempre meglio essere in mutazione, transizione piuttosto di rimanere fermi.
Bello quel gioco con gli occhi.
Quando hai capito quale siano le direzioni sbagliate e quale quella giusta sei già a buon punto. Ma il difficile deve ancora cominciare.
Devi allora trovare il coraggio, aspettare il momento giusto, prendere il fiato e buttarti senza pensare troppo allo stupore generale.
Io ho capito che la vita, e di conseguenza anche noi stessi, è in continua trasformazione. A volte lenta, a volte più veloce.
In certi momenti questo fatto crea un senso di instabilità, di precarietà.
Non è facile.
Ma è la vita.
La nostra vita.
Come già ti hanno detto sopra essere in transizione fa solo bene per arrivare alla vera meta: scoprire se stessi! Uomini, vestiti, luoghi e conoscenze sono solo la scenografia del grande viaggio di ognuno di noi!