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Archive for the ‘E’ dura essere un’aureola..’ Category

Non mi avevano avvertito,

non me l’avevano detto.

L’ho scoperto via via.

L’irruenza ha lasciato il posto alla pacata riflessione,

a volte assomiglia alla rassegnazione,

a volte sfiora uno stato di saggezza quasi contemplativa.

Mi guardo da vicino e mi dico che non sono io, che non mi riconosco.

Che non mi conosco.

Sto solo giocando, con il tempo e con le cose.

Capisco che tutto passa, ma in che modo?

I miei occhi diventano sempre più grandi,

vedono meno,

eppure proprio per questo, di più.

Quanto tempo ho perso,

e amori lasciati indietro,

passioni svuotate,

aspettative accantonate.

Forse sono solo in attesa di vestire panni più larghi,

più adatti a me.

Allora sono in transizione..

..mutazione?

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Benritrovati cari pochi lettori!

Ecco un Vademecum su come sopravvivere alla festa più famosa del mondo, ma non per questo necessariamente più amata del mondo!

  1. Innanzitutto aprovvigionatevi di una nuova confezione di Pillole Palla di Pelo e fate in modo di non trascurarne la quotidiana assunzione
  2. Dopodichè affrontate con massaggio facciale preventivo l’impavido sorriso che sfoggerete dal 24 dicembre al 6 gennaio più o meno (i meno elastici potranno tentare l’immane sforzo fino all’1 gennaio, sarà sufficiente)
  3. Mettete appunto uno specifico training mentale finalizzato alla risposta compulsiva di “Grazie anche a te/voi !!” ad ogni augurio ricevuto, da abbinare allo specifico sorriso citato al punto 2 (sì, vanno in coppia, il punto 2 da solo è poco utile, forse addirittura controproducente, e il punto 3 non è credibile senza l’aiuto del punto 2)
  4. Allenate la vostra mente alla divagazione non appena ve lo possiate permettere (ovvero momenti di solitudine, in questo la toilette aiuta moltissimo), in cui pensare a cose distanti dal periodo natalizio.. paesaggi di mare, relax, luoghi blasfemi, abitudini blasfeme e cose così.. a voi la scelta ovviamente.
  5. Non fatevi MAI beccare in pubblico mentre esercitate la divagazione citata al punto 4
  6. Non pensate MAI ad alta voce, ovvero CONTROLLO SIGNORI!!!! Tutto il lavoro fin qui attuato andrebbe perso per sempre.
  7. Affinate le vostre tecniche di seduzione natalizia: siate convincenti quando porgete omaggi e doni, fingete interesse per questo inviso periodo dell’anno
  8. Non lasciate mai trapelare l’Orrido Segreto: ovvero che  le feste natalizie non sono per voi momento di gioia, riunione e relax, ma ore e ore di treno, ore e ore di autostrada, ore e ore perse a lasciarsi (sarò gentile) infastidire e anche un po’ maltrattare (sono stata gentile vero?). Bene, per nascondere tutto ciò, oltre al ripasso e alla pratica intensa di tutti i punti fin qui elencati è necessaria tanta esperienza e tanti anni così trascorsi (io modestamente sono una Tutor ormai!)
  9. Non trascuratevi: un bell’aspetto curato aiuta a nascondere l’Orrido Segreto citato al punto 8
  10. Non siate presuntuosi: non pensiate di essere l’unici a conoscere i 10 passi del vademecum, siamo tanti là fuori, usciamo solo di sera e non ne parliamo con nessuno. La prima regola dei dieci passi è NON PARLARE DEI DIECI PASSI (lo so, lo so, ricorda “Fight Club”.. ma noi millantatori di gioia natalizia siamo arrivati prima!!)

Un ringraziamento speciale va a Tim Burton e alla sua opera di smitizzazione natalizia.

Grazie Tim, di cuore!

S.S.D. Inc. Production

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Non sono ancora arrivata a trascinare anch’io una coperta palesemente in giro..

..ma di oggetti transizionali ne ho collezionati un bel po’.

Solo che li nascondo.

Ecco.

Sniff.

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Andare ad una riunione di lavoro con le forbici affilate in tasca non è una mia prerogativa, di solito.

Ma scoprire che a subire il taglia e cuci sarai tu,

non ha prezzo.

Sul serio.

Dunque..

..Affiliamoci.

Che vi credevate??

Io non mollo.

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Come vorrei essere attaccabrighe in questi giorni.

Il punto è che mi sento attaccabrighe, ma mi trattengo.

A stento, intendiamoci..qualche occhiataccia, qualche risatina isterica di derisione mi è sfuggita.

Ma sono così maledettamente per bene.

Ma un bel favva alle persone giuste, quanto bene fa?

O farebbe..

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Mi sento come quelle palline che corrono all’impazzata leggerissime dentro un contenitore di vetro ad aria protetta.
Che vorrà dire?

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E’ quello che stanno facendo in questo momento cortisone e antibiotico per me.

Ce la faranno?

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E va bene che credo nelle buone cause,

e va bene che sono la prima a fare volontariato,

e va bene che non conto mai le ore di lavoro in più quando si tratta delle suddette buone cause..

.. ma chiedermi di farmi un culo a paiolo a gratis anche stavolta no ehhhh!!!!

Ma sono l’unica a dover pagare un affitto e delle bollette?

Così, per caso..ho scoperto che chi fa tanti discorsi alti e nobili o non ha di queste esigenze, o non sente la fame.

mmm.

diventare adulti significa anche scoprire questo?

se  è così..io voglio tornare indietro.

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Paradossalmente, o mica tanto, non so,

ora che lavoro tutti i giorni ho più tempo per me.

Telefonata stressogena di parentela stretta: “mi dispiace, sono in agenzia di viaggi, o a far la spesa, o ..scusa ma non ho tempo, ho solo questi momenti per fare le comissioni e proprio non posso stare al telefono..”

Rompimenti di coglioni vari casalinghi: “Mi spiace, lavoro, non posso. D’ora in poi arraggiantevi”

Richieste assurde da parte di collaboratori del vecchio lavoro-volontariato : “Oh vedrò di farlo certo, ma ve lo farò pesare, perchè non ho tempo”.

 Il figlio Unico ed io ci godiamo tanto tanto il tempo che passiamo insieme. E il fine settimana si girella in qua e in là.

Ed io ho più tempo per me. Perchè gli altri mi lasciano tempo e spazio.

Però però.

E sì sono polemica.

Perchè quando preparo un cacchio di esame che mi stressa, mi chiude in casa per due mesi, mi leva il tempo per far la spesa e per tutto il resto, tutto questo rispetto dilagante non ce l’ho??

Parentela/colleghi lavoro-volontariato et cetera associano lelena che studia alla nullafacenza.

sgrunt.

nevvero.

ecco.

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Penso spesso di avere più colpe che vizi,

e più vizi che virtù,

ma ho solo la memoria corta.

Ogni tanto guardo indietro le pieghe lasciate sul divano, come fossero orme, come se testimoniassero un passaggio che non c’è.

Rifletto e basta, non ne vengo a capo.

Ma so che qualcosa è cambiato finalmente.

Devo solo imparare a godere dei risultati, perchè non mi accontento mai.

Eppure la fatica è tanta.

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