Potrei riuscire a toccarti se solo volessi, come la tenerezza di un ricordo che non c’è più.
Potrei imparare dai miei passi spinati, se solo volessi.
Potrei andar via di nuovo e lasciare il nulla dietro.
Potrei buttarmi via, senza peso, senza concretezza.
Ma non è quello che voglio ora.
Decido di restare e di vedere chi sono ora e dove sono.
Tolgo le spine dai piedi, una ad una.
Mi compiaccio delle ferite e le pulisco, pensando alle cicatrici.
Sono una guerriera e guardo ai lividi senza rancore.
Se sono qui, lo devo alla mia tenacia.
E i segni fanno parte del gioco.
Sono una mappa, fisica e mentale delle vie dell’angoscia.
Che nel mio labirinto sono infinite.
Svoltando in un’arteria grondante sangue densissimo, mi son ritrovato in un dedalo sconosciuto.
Ho osservato con l’anima un labirinto dispiegarsi angusto e sconosciuto dentro quello in cui vivo…