Potrei riuscire a toccarti se solo volessi, come la tenerezza di un ricordo che non c’è più.
Potrei imparare dai miei passi spinati, se solo volessi.
Potrei andar via di nuovo e lasciare il nulla dietro.
Potrei buttarmi via, senza peso, senza concretezza.
Ma non è quello che voglio ora.
Decido di restare e di vedere chi sono ora e dove sono.
Tolgo le spine dai piedi, una ad una.
Mi compiaccio delle ferite e le pulisco, pensando alle cicatrici.
Sono una guerriera e guardo ai lividi senza rancore.
Se sono qui, lo devo alla mia tenacia.
E i segni fanno parte del gioco.
Sono una mappa, fisica e mentale delle vie dell’angoscia.
Che nel mio labirinto sono infinite.