Stasera giocherellavo con le mie dita
pensando alla quantità di sonno arretrato: lo studio ha un debito pesante
nei confronti delle mie occhiaie,
e ho consumato (nell’ordine) due matite, con relativo suicidio dei gommini,
un pastello giallo paglierino (troppe definizioni importanti),
dimezzato un pastello verde smeraldo (mi piace che le patologie saltino agli occhi con bei colori, almeno quelli),
dato una forma incomprensibile alla gomma
e riempito le stanze di sospiri.
Chissà se mi servirà tutto questo.
Per ora, riempio le mensole
e infilo tutto tra gli spazi vuoti dei miei cassetti mentali.
Devo decidermi a mettere ordine.
C’è un po’ di confusione lassù.